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W 2001

2001 Don Lino Azzoni, Umberto Forni, Michel Formentelli “L’Organo Montesanti 1790 – 1828 La pubblicazione presenta la storia e il restauro del prezioso organo conservato nella Parrocchiale di Governolo. (l’edizione è esaurita, una copia è conservata presso l’archivio parrocchiale di Governolo), mentre la fotocopia in formato Acrobat PDF ( 17 MB) è scaricabile cliccando quì.
Pieghevole inaugurazione 8/9/2001

 



L'organo restaurato Vitani-Montesanti

L' otto settembre del 2001, presso la Chiesa parrocchiale di Governolo, si è tenuto l'atteso concerto inaugurale del restaurato Organo Vitani-Montesanti.
L'organista concertista m.° Umberto Forni ha permesso alla moltitudine di persone intervenute di ascoltare brani di Corelli, di J.S. Bach, di S. Scheidt, di Mendelssohn, di J. Alain e di G. Verdi.
Costruito tra il 1788-1790, in epoca tardo-barocca, da Andrea e Luigi Montesanti, per la basilica di S. Andrea in Mantova, questo strumento è di estremo interesse e, a dir poco eccezionale, per la ricchezza del materiale fonico antico, di gusto rinascimentale, ancora oggi conservato, per la dotazione di registri e per molti accorgimenti meccanici, alcuni dei quali non riscontrabili nell'arte organaria coeva. Sono particolarmente preziosi una decina di registri, pressochè completi, provenienti dall'antico Organo Vitani da Pavia (1604), e che i Montesanti hanno conservato, inserendoli armoniosamente nel nostro strumento. Due registri di flauto e altre canne di ricupero conservano evidenti tracce dell'organaro Antegnati di Brescia. Artefici di registri ad ancia di varie fogge, i Montesanti si dimostrarono "inventori" di nuove timbriche. E' da ricordare come esempio un preziosissimo strumento conservato al Museo nazionale di strumenti antichi di Roma, che rappresenta il primo caso di un registro ad ancia libera. Ampliato nel 1826-1828 dagli stessi Montesanti, per renderlo più idoneo al nuovo gusto neoclassico emergente, questo strumento fu ceduto nel 1845 dalla fabbriceria della Basilica alla Parrocchiale di Governolo, per problemi di manutenzione, di nuove sensibilità sonore, e per il desiderio di un nuovo strumento. La spesa, sostenuta dal Borgo fu ingente. Difficoltà tecniche di riadattare lo strumento in controfacciata al nuovo spazio e tensioni sociali, come la guerra d'Indipendenza, protrassero i lavori fino al 1855. Fu necessaria la costruzione di una nuova manticeria, forse ad opera del modenese Cesare Zoboli, che è risultata ancora oggi di ottima fattura e di raro ingegno. A lui è attribuibile tutto il riadattamento del manufatto, compresi i registri ad ancia, alla nuova Chiesa parrocchiale. Con l'intervento del 1929, ad opera di G. Artoni, lo strumento venne letteralmente spogliato dei registri più caratteristici, quali i cornetti, le ancie e la sesquialtera, e impostato nel gusto ceciliano, caro alla sua epoca. I lavori di restauro sono iniziati, mirando alla conservazione dei materiali esistenti, ma fortunatamente, riordinando il materiale fonico, si sono ritrovate canne a sufficienza per ricomporre praticamente tutti i registri dell'antico modello sonoro. Colmate le lacune, ricostruendo le canne mancanti, si è potuto recuperare la fisionomia dello strumento nell'atto della vendita, così com'è descritto in dettaglio dall'organista di S. Andrea, Francesco Comencini, che fu titolare intorno al 1835. Si è deciso allora di ricostruire, sulla scorta dei documenti di archivio, la straordinaria basseria di 25 note reali, che ai primi dell'800 rendeva questo organo unico in Italia. Le tecniche costruttive e le misure delle canne ricalcano scrupolosamente i modelli Montesanti.

Il restauro è stato eseguito dalla DittaBarthelemy e Michel Formentelli, che vanta un'esperienza prestigiosa in Italia, in Francia, in Belgio e Svizzera, e con la consulenza del M. U. Forni, docente al Conservatorio di Verona, e consumato concertista in Europa e Giappone. Questo organo, oggigiorno, è lo strumento restaurato più imponente del territorio mantovano. Consta di 2589 canne (1737 al primo Organo, 852 al secondo organo), due tastiere, 25 note al pedale, 58 registri reali, e ci viene restituito alla sua verosimile identità fonica, concepita dai Montesanti per la grande basilica Albertiana.

Per questa impresa, sono intervenute: la Regione Lombardia, con il particolare appoggio del D.re Mario Manzin, presidente della Commissione Organi di Milano, l'Assessore alla Cultura di Milano, il compianto D.re Tremaglia; l'Assessore alla Cultura di Mantova, il D.re Sergio Cordibella; quindi la Provincia di Mantova, con l'allora Presidentessa S.ra Gualtieri; la Fondazione Cariverona, la Banca Agricola Mantovana di Mantova e di Governolo; la Soprintendenza ai beni Ambientali e Culturali di Brescia e la Commissione Liturgica della Curia di Mantova col loro benestare. Essi hanno sorretto in modo cospicuo l'indiscussa generosità e la sollecita sensibilità dei cittadini di Governolo, che vantano di possedere questo "tesoro" in casa propria.

La Comunità parrocchiale di Governolo, insieme a Don Lino Azzoni, ringrazia tutti coloro che nell'umiltà e nel silenzio hanno lavorato per raccogliere i frutti di tale opera.